Bonus casa prorogato al 2026: nuove opportunità per detrazioni su ristrutturazioni e mutui

Bonus casa prorogato al 2026: nuove opportunità per detrazioni su ristrutturazioni e mutui

Matteo Casini

Dicembre 11, 2025

Nel cuore delle decisioni di bilancio che interessano il settore immobiliare, si sta facendo largo un dibattito concreto sulla proroga del bonus casa. Questa misura, fondamentale per chi affronta lavori di ristrutturazione o acquista immobili, potrebbe mantenere le attuali condizioni fino al 2026. All’interno dei tavoli governativi si valuta la possibilità di inserire questa proroga nella prossima Legge di Bilancio, un passaggio che potrebbe influenzare molte famiglie e imprese nel panorama edilizio italiano.

La situazione attuale vede il bonus casa differenziato in base al tipo di immobile: una detrazione del 50% per la prima casa e del 36% per le seconde abitazioni. Questo sistema, però, è destinato a subire cambiamenti nel prossimo futuro, con tagli previsti che ridurrebbero le aliquote rispettivamente al 36% e al 30%. Nel lungo termine, tra il 2028 e il 2033, le agevolazioni rimarrebbero al 30%, ma con un tetto di spesa dimezzato a 48.000 euro. Dal 2034 è prevista una risalita della detrazione al 36%, mantenendo però lo stesso massimale inferiore. In questo contesto, l’idea del governo di mantenere intatti gli attuali benefici almeno fino al 2026, accompagnata dalla riduzione del periodo per recuperare il credito fiscale da dieci a cinque anni, aggiunge un elemento essenziale di discussione.

Un dettaglio che molti sottovalutano riguarda proprio la durata del recupero dello sconto fiscale, che potrebbe impattare non solo sulle finanze pubbliche ma anche sulla capacità dei contribuenti di beneficiare completamente delle detrazioni.

Il motivo per cui il bonus casa potrebbe restare invariato

La focalizzazione nel mantenere inalterate le condizioni attuali del bonus casa si basa soprattutto sull’impatto che questa agevolazione esercita sull’intero settore dell’edilizia. I tecnici e gli operatori del settore sottolineano come detrazioni più generose stimolino investimenti in lavori di ristrutturazione, favorendo soprattutto interventi volti a migliorare l’efficienza energetica degli immobili. Questo non è solo un vantaggio per i proprietari di case, ma rappresenta anche un volano importante per le imprese edili e per i vari comparti collegati.

Bonus casa prorogato al 2026: nuove opportunità per detrazioni su ristrutturazioni e mutui
Bonus casa prorogato al 2026: nuove opportunità per detrazioni su ristrutturazioni e mutui – databaseimmobiliareitaliano.it

Inoltre, mantenere questo sostegno permette di agevolare chi acquista casa e sottoscrive un mutuo, offrendo la possibilità di finalizzare lavori a costi più contenuti. Nel contesto italiano, dove il patrimonio immobiliare ha spesso bisogno di adeguamenti energetici, il bonus rappresenta uno degli strumenti principali per raggiungere gli obiettivi europei stabiliti dalla direttiva Case Green. Secondo diversi studi, ridurre l’aliquota o alzare i vincoli potrebbe rallentare la transizione verso classi energetiche superiori, un aspetto che sfugge spesso a chi vive nelle grandi città e si confronta quotidianamente con normative in evoluzione.

In sostanza, la proroga del bonus nella sua forma attuale si giustifica come tentativo di non interrompere una spinta che ha dimostrato di essere efficace, soprattutto in un momento in cui l’innovazione energetica e l’efficientamento restano tra le priorità del Paese.

Le difficoltà e i rischi sul fronte fiscale

Non mancano però ostacoli concreti da superare. Uno dei principali riguarda il peso che il bonus comporta sulle finanze pubbliche. Le coperture necessarie per mantenere il sostegno nelle condizioni attuali sono stimate intorno ai 2 miliardi di euro per il solo 2026, una cifra che pone interrogativi sull’equilibrio di bilancio dello Stato. Anche se i ritorni indiretti per il Fisco potrebbero essere significativi, la concentrazione della spesa fiscale in un arco temporale più breve complica la sostenibilità dell’intervento.

La possibile riduzione da dieci a cinque anni del periodo per recuperare lo sconto fiscale aggrava infatti questa concentrazione, aumentando il carico annuale per le casse pubbliche. Un aspetto poco considerato è come questa modifica influenzerà i contribuenti in base al loro spazio fiscale. Chi ha un reddito elevato e quindi un’Irpef più alta potrà sfruttare il bonus in tempi più rapidi, ma rischia chi si trova in una posizione fiscale più limitata. Nel caso di contribuenti con imposte inferiori, cinque anni potrebbero non bastare a coprire il 50% delle spese affrontate per i lavori di ristrutturazione.

Questo equilibrio delicato tra sostenibilità dello Stato e vantaggi per i cittadini pone al centro del dibattito una pianificazione attenta, che consideri le esigenze di un Paese dove la domanda di rinnovamento degli immobili resta elevata. Un fenomeno che in molti notano nelle zone urbane, dove la riqualificazione energetica è ormai un tema ricorrente.

Lo scenario resta aperto, con il bonus casa che si conferma come un fattore chiave per il futuro dell’edilizia italiana, ma anche un banco di prova per le scelte di politica economica nel breve e medio termine.

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