Durante le vacanze o i lunghi periodi di assenza, molte abitazioni restano vuote per ore o giorni interi, diventando così obiettivi facili per i ladri. Un aspetto poco considerato è che, spesso, si facilitano involontariamente i furti: condividere sui social la propria assenza è come fornire un’indicazione precisa ai malintenzionati. Ma oltre a questo rischio noto, è emersa una nuova tecnica di effrazione che punta sulla rapidità e sulla quasi totale assenza di rumore, mettendo a dura prova i sistemi di sicurezza domestici. Ciò che fino a qualche tempo fa sembrava film di finzione si è trasformato in un problema concreto in molte città italiane. I ladri utilizzano strumenti innovativi che permettono di aprire porte senza segni visibili o la produzione di suoni evidenti. Per questo motivo, capire il loro metodo è essenziale per tutelarsi efficacemente.
Come i ladri stanno cambiando il modo di entrare in casa
Negli ultimi mesi, insieme all’aumento dei furti, si è diffuso un sistema di effrazione che evita i tradizionali metodi rumorosi, come trapani o leve. In particolare, sta prendendo piede l’uso del divaricatore idraulico, uno strumento originariamente progettato per operazioni di soccorso. Questo dispositivo, conosciuto nei settori dei vigili del fuoco, viene ora impiegato da gruppi criminali specializzati, grazie alla sua capacità di aprire porte in pochi secondi senza produrre rumori percepibili. Il funzionamento si basa sulla pressione di un fluido che aziona due bracci metallici con una forza notevole, capace di sollevare o piegare strutture metalliche pesanti. Il risultato è un’entrata veloce e silenziosa, contrariamente alle tecniche tradizionali.
La caratteristica meno evidente ma strategicamente importante di questo metodo è la mancanza di rumori come scintille o sferragliamenti, che lo rende quasi impercettibile anche negli edifici vicini. Questo rappresenta un vantaggio notevole per chi lo utilizza, perché l’assenza di segnali acustici è fondamentale per evitare di essere scoperti. La rapidità e precisione d’azione sono il vero tratto distintivo: in pochi istanti la porta cede senza lasciare evidenti segni, lasciando vittime e vicini ignari dell’accaduto. Le bande che adottano queste tecnologie sono sempre più organizzate e investono risorse importanti per procurarsi attrezzature di alta qualità , una tendenza osservata con crescente attenzione in numerose aree urbane.
Come proteggersi davvero da questo nuovo tipo di intrusione
Per fronteggiare queste tecniche sofisticate, è necessario adottare soluzioni più efficaci rispetto alle tradizionali porte blindate. Un elemento cruciale è la scelta di porte con telaio in acciaio pieno e controtelai ancorati saldamente alla struttura muraria: questi dettagli incrementano considerevolmente la resistenza all’effrazione. Inoltre, l’uso di serrature con cilindro europeo anti-bumping costituisce una barriera difficile da superare senza lasciare evidenti tracce. In particolare, nelle aree urbane ad alto rischio, si stanno diffondendo allarmi dotati di sensori di vibrazione e pressione sulla porta, pensati per intercettare tempestivamente tentativi di intrusione.
Un altro aspetto importante è l’installazione di telecamere di videosorveglianza in posizioni ben visibili, supportate da cartelli di avviso. Questa combinazione svolge una funzione deterrente, scoraggiando molti malintenzionati prima ancora che provino a entrare. Occorre sottolineare che questa tipologia di intrusioni non è un fenomeno isolato o esagerato, ma una realtà in crescita anche nel contesto europeo. In varie città italiane, gruppi criminali ben organizzati utilizzano attrezzature costose e ultramoderne, rendendo indispensabile adottare contromisure solide. La sicurezza gestita con consapevolezza rappresenta quindi la migliore strategia per ridurre il rischio di intrusioni e proteggere veramente la propria abitazione.