Nei caseggiati italiani, spesso – e ormai sempre più – la cucina ha perso quella sua natura di stanza separata, diventando parte integrante del soggiorno. Un cambiamento che si vede in tante case, specialmente negli ultimi anni, e che riflette nuovi bisogni pratici e modi di vivere. Non si tratta soltanto di moda o di estetica, ma soprattutto di organizzazione e funzionalità degli spazi. La continuità tra cucina e zona giorno aiuta davvero la vita di tutti i giorni e la socialità familiare, ma dietro questa scelta si nasconde un lavoro complesso, fatto di valutazioni tecniche e progettuali – specialmente se si parla di ristrutturazioni che devono unire ambienti nati separati.
Il primo ostacolo si presenta quando si deve ridistribuire lo spazio interno, sempre limitato dalla pianta originaria dell’edificio. Spostare la cucina non è mai semplice: incidono gli impianti idraulici e quelli elettrici, che spesso – nelle abitazioni più vecchie – sono fissi, poco flessibili. Chiedete a chi vive in città, dove abitazioni di qualche decennio fa ancora mostrano cucine create come spazi indipendenti, con tubi e cavi incassati che fanno un po’ da prigione. Trasferire o integrare la cucina nel soggiorno richiede allora conoscenze precise della struttura e delle regole che si devono rispettare.
Per non correre rischi, è necessario progettare tutto con cura per evitar problemi lungo la strada: problematiche tecniche, ma anche burocratiche. Il motivo per cui tante idee restano solo bozze sta proprio qui: non considerare bene questi aspetti. Ecco perché serve sempre – e dico sempre – un esperto capace di valutare impianti, distribuzione e norme, senza troppi giri di parole.
Il ruolo degli impianti e le difficoltà di spostare la cucina
Spesso gli impianti sono il vero “bastone tra le ruote”. Le tubature per lo scarico delle acque grigie, ad esempio, vanno messe in modo che l’acqua scorra via velocemente – deve esserci quella pendenza giusta, altrimenti l’acqua ristagna e i problemi arrivano subito. Se non si può fare, si può ricorrere alla pompa di sollevamento, ma attenzione: questa soluzione complica il lavoro – richiede corrente costante e può fare rumore fastidioso, cosa da non sottovalutare se pensate a una zona giorno tranquilla.

Dal lato elettrico, nuovi elettrodomestici cambiano la partita. Un piano a induzione, ad esempio, abbassa la necessità di una cappa aspirante potente, però la cappa resta fondamentale per evitare odori e aria viziata. Questi dettagli possono pesare sulle scelte progettuali e sui costi, conducendo spesso a compromessi che, diciamolo, non piacciono a nessuno.
Ma non sono solo gli impianti a complicare le cose: anche la burocrazia può mettere il bastone fra le ruote. Spostare la cucina comporta l’obbligo di comunicare i lavori al Comune – per esempio con una Comunicazione Inizio Lavori Asseverata (CILA), o altri permessi – che devono dimostrare come gli spazi rispettino norme di ventilazione, aeroilluminazione e metrature minime. Le dimensioni regolamentate sono vincoli che non sempre si rispettano, soprattutto nelle grandi città come Milano: qui la cucina separata va sopra i 5 metri quadrati, mentre un open space cucina-soggiorno supera i 17 metri quadrati. Ignorare queste regole porta a problemi veri, condizioni che condizionano la qualità e la sicurezza dell’abitazione.
Un progetto concreto per avvicinare cucina e soggiorno
Basta guardare un caso reale per capire come si superano questi problemi. Un intervento su un appartamento che aveva una cucina lontana dalla zona giorno, con bagni e ripostiglio poco ottimizzati. La soluzione adottata? Una rivisitazione completa: la vecchia cucina trasformata in camera singola e la cucina spostata accanto al soggiorno, creando così un open space arioso e luminoso, con due balconi a completare il tutto.
La riorganizzazione ha previsto anche un ripostiglio efficiente e una lavanderia separata, mantenendo un disimpegno minimo per non “perdere” metri quadrati. Un’attenzione particolare è stata rivolta alla camera doppia, dotata di cabina armadio – ottenuta spostando una parete – e un armadio collocato in modo da non ostacolare l’apertura delle ante. Questi sono piccoli dettagli che spesso sfuggono, ma che migliorano di molto la vita quotidiana.
L’impianto idraulico è stato riorganizzato cercando di lasciare gli scarichi vicino a quelli preesistenti, trucco che ha ridotto tempi e costi di realizzazione. Insomma, questo progetto dimostra che una pianificazione attenta, che unisce tecnicità, regolamenti e funzionalità, può risolvere esigenze abitative complesse e valorizzare la qualità della vita in casa. Chi abita nelle città italiane – specialmente nel Nord – sa che integrare cucina e soggiorno non è solo questione di stile, ma coinvolge comfort, praticità e rispetto delle leggi locali.
