Le 7 conseguenze della vita sedentaria e i consigli per ritrovare energia e benessere fisico

Le 7 conseguenze della vita sedentaria e i consigli per ritrovare energia e benessere fisico

Franco Vallesi

Dicembre 23, 2025

Non ci facciamo caso, ma passiamo ore seduti ogni giorno. Al lavoro, mentre pendoliamo o anche solo nel tempo libero. Ecco il problema: questo stile di vita ha un peso reale sulla salute. Ora, non si tratta solo di fastidi passeggeri, perché la mancanza di movimento può aprire la strada a malattie serie e che durano nel tempo. La sedentarietà, insomma, non è un problema soltanto individuale, ma pesa anche, e parecchio, sulle casse della sanità pubblica nel nostro Paese.

Stare seduti per tante ore di fila è ormai routine per molti di noi, ma questo cambia – e non poco – il modo in cui funziona il nostro corpo. Non solo a livello fisico, ma anche a livello mentale: il cervello risente e l’umore può risentirne altrettanto. Capire cosa succede quando la vita diventa troppo statica aiuta a prepararsi per i problemi sanitari che verranno.

Le cifre parlano chiaro: alcuni gruppi – donne, persone con meno risorse economiche – restano maggiormente vittime di questa mancanza di movimento. Un dettaglio che spesso sfugge nei dibattiti pubblici, ma che si traduce in problemi di salute e sociali visibili in diverse zone d’Italia.

Cosa si nasconde dietro lo stile di vita sedentario

La sedentarietà non significa solo stare fermi sulla sedia: riguarda qualsiasi attività che impegna poco l’energia – di solito meno di 1,5 MET (Metabolic Equivalent Task). Parlo, quindi, non soltanto del tempo libero, ma anche delle ore passate a lavorare o spostarsi, specie se si opta per mezzi passivi come l’auto anziché camminare o pedalare.

Le 7 conseguenze della vita sedentaria e i consigli per ritrovare energia e benessere fisico
Un’immagine di gambe in movimento su un sentiero, esempio concreto di come contrastare la vita sedentaria e ritrovare la forma fisica. – databaseimmobiliareitaliano.it

Dalle parti di Milano e non solo, sembra che sempre più adulti italiani si muovano poco. I dati parlano chiaro: quasi un italiano su tre tra i 18 e i 69 anni non fa abbastanza attività fisica. E tra i più giovani, i numeri si fanno ancora più preoccupanti.

La situazione cambia anche in base al genere e al portafoglio: le donne e chi ha meno opportunità tende a muoversi meno, e nelle città, con traffico e trasporti pubblici affollati, si prende la macchina più spesso. Tutto questo facilita una mobilità passiva, difficile da rompere.

Non parliamo solo dell’Italia: è un fenomeno globale, con ripercussioni pesanti sui sistemi sanitari di molti Paesi. L’inattività costante non è un problema solo personale, ma coinvolge la salute pubblica. Insomma, urge intervenire con politiche adeguate, che sappiano andare oltre il semplice consiglio.

Le conseguenze della sedentarietà per la salute fisica e mentale

Il sistema cardiovascolare soffre parecchio quando manca attività fisica regolare. Il cuore e i vasi sanguigni hanno bisogno di un “allenamento” continuo per restare elastici e forti. Restare seduti a lungo fa accumulare grasso nelle arterie, alzando la pressione e il rischio di infarti o ictus. Questo si accompagna spesso a livelli alti di colesterolo LDL e trigliceridi, segnali da non trascurare.

Una delle conseguenze più dirette della sedentarietà? L’obesità. Energia in eccesso si trasforma in grasso corporeo: un circolo vizioso che apre la strada a problemi come il diabete di tipo 2. Qui la sensibilità all’insulina cala e – credetemi – gli organi vitali ne pagano il prezzo.

Non solo: i dati recenti mettono in luce un aumento di alcuni tumori – come quelli al seno, al colon e all’endometrio – in chi conduce vite troppo sedentarie. Anche ossa e muscoli ne soffrono, con una rigidità crescente, perdita di massa ossea e l’aumento di osteoporosi o artrosi, anche in adulti ancora giovani.

Il lato mentale spesso passa sotto silenzio, eppure è altrettanto importante. Chi resta fermo per molte ore può vedere peggiorare il proprio umore: aumentano ansia e depressione, a loro volta causa di ulteriori difficoltà nel cambiare abitudini – ecco il circolo vizioso.

Come modificare abitudini consolidate senza stravolgere la routine

Non serve rivoluzionare tutto da un giorno all’altro. Spostare certi piccoli gesti della vita quotidiana può fare la differenza. Le indicazioni parlano di almeno 150 minuti di attività fisica moderata o 75 minuti di esercizio intenso a settimana: obiettivi raggiungibili anche a spezzoni, durante la giornata.

Muoversi di più è più semplice di quanto sembra: camminare per brevi tratte invece di usare l’auto, salire le scale al posto dell’ascensore, interrompere il lavoro seduti con brevi pause in piedi. Anche occupazioni come il giardinaggio o le pulizie di casa – che magari sembrano banali – aiutano a mantenere il corpo attivo senza stress.

Con l’attività, va abbinata un’alimentazione sana: carne, ma soprattutto frutta, verdura e cereali integrali, e molta attenzione a tenere sotto controllo alcol e sigarette. Per tenere il conto dei passi nulla di più pratico di un pedometro: un piccolo amico che aiuta a restare motivati.

Nei centri urbani italiani, bloccati da traffico e ritmi serrati, si sta finalmente diffondendo una maggiore consapevolezza su quanto male faccia la sedentarietà. In molti hanno iniziato a cambiare piano piano, verso una vita più attiva: il risultato? In certi casi, già si vedono miglioramenti veri, e, sì, vale la pena insistere. Serve tempo, ma i benefici a lungo termine – fidatevi – ne giustificano ogni sforzo.

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