Perché gli igienizzanti comuni non eliminano i funghi nel bucato e quale soluzione adottare all’inizio

Perché gli igienizzanti comuni non eliminano i funghi nel bucato e quale soluzione adottare all’inizio

Franco Vallesi

Dicembre 24, 2025

Quante volte capita di fare il bucato e ritrovarsi con odori fastidiosi anche dopo aver usato prodotti igienizzanti? Più comune di quanto si creda, questo problema lascia molti perplessi: come mai certi odori insistono e la muffa sembra non voler mollare, nonostante detergenti e disinfettanti? La faccenda sta nel fatto che funghi e muffe si infilano tra le fibre dei tessuti, nutriti da residui organici e umidità. Così, per risolvere davvero la storia, serve capire dove falliscono le soluzioni più diffuse – e cosa fare invece per avere davvero un bucato pulito e fresco.

Perché i funghi resistono al lavaggio

Diciamolo: non tutti gli igienizzanti sono uguali, specie quando si tratta di affrontare tipi diversi di microrganismi. Alcuni funghi, quelli più ostinati, riescono a sopravvivere al lavaggio – specie se stanziati in cuciture o spessori di tessuto più densi. Molti credono che a 40 gradi vada bene, ma – strano ma vero – tanti funghi reggono temperature moderate senza problemi. Ecco un dettaglio spesso dimenticato: lasciare il bucato dentro la lavatrice a ciclo finito, magari per ore, crea il terreno perfetto per muffe e lieviti che si riformano in fretta.

Perché gli igienizzanti comuni non eliminano i funghi nel bucato e quale soluzione adottare all’inizio
Mollette stese su un filo, in attesa di accogliere il bucato, simbolo di pulizia domestica e panni freschi. – databaseimmobiliareitaliano.it

Chi vive in zone umide, o durante gli inverni umidi, sa bene che il solo passaggio in lavatrice non basta quasi mai per eliminare cattivi odori o macchioline fastidiose. Se poi l’asciugatura si rallenta o gli abiti restano umidi ammassati, si peggiora tutto: aria e calore scarseggiano e i microrganismi esplodono. Risultato? Quel tipico puzzo di “bucato che non ha asciugato bene” – un problema serio.

Temperatura e additivi: strumenti fondamentali per combattere i funghi

L’acqua calda fa molta differenza: superare i 60 gradi offre un’ottima chance di uccidere la maggior parte dei funghi, cosa che conviene soprattutto per biancheria come asciugamani o lenzuola, usati a stretto contatto con la pelle. Con capi più delicati, invece, la ricetta migliore è mescolare lavaggi a temperature basse e l’uso di additivi antifungini mirati. Così si protegge il tessuto, ma si mantiene l’efficacia di fondo.

Va detto che molti igienizzanti hanno azioni molto diverse: spesso colpiscono solo i batteri, lasciando muffe e funghi fuori dal bersaglio. I prodotti con ossigeno attivo o agenti ossidanti specifici, invece, riescono a penetrare dentro le fibre modificando l’ambiente interno, dove le spore faticherebbero a campare. Insomma, la scelta giusta fa la differenza – soprattutto per chi fa cicli brevi a bassa temperatura, come succede in molte lavanderie urbane.

Asciugatura, pretrattamento e manutenzione della lavatrice

Spesso si sottovaluta quanto l’umidità residua dopo il lavaggio sia un terreno perfetto per i funghi: tenere i capi bagnati nel cestello o ammassati nel cesto crea microclimi umidi che nessuno vuole. Allora, meglio stendere subito il bucato in una stanza ventilata – o usare l’asciugatrice per finire il lavoro al volo. Anche aprire lo sportello della lavatrice dopo ogni ciclo aiuta molto a mantenere asciutti cestello e guarnizioni, e riduce i rischi di proliferazione microbica.

Dare una mano ai lavaggi con un pretrattamento a immersione in acqua tiepida e additivi antifungini può aumentare l’effetto antibatterico e antifungo. Lasciare i capi in ammollo qualche ora – soprattutto in inverno, quando asciugare richiede tempo – aiuta a colpire le spore più testarde, quelle che altrimenti rimarrebbero attaccate. Dettaglio non da poco.

Non va dimenticata la manutenzione della lavatrice: pulire e asciugare guarnizioni, cassetto detersivo e cestello previene accumuli di umidità e residui. Un ciclo a vuoto ad alta temperatura elimina muffe e batteri annidati: così non si rischia che i cattivi odori vengano attribuiti ai vestiti in modo sbagliato. Il risultato? Un bucato più fresco e, diciamo, più “vivibile” fin dal primo momento.

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