Umidità e muffa non fanno certo sconti nelle case di molti italiani, soprattutto in stanze come il bagno o dietro quei mobili messi dove l’aria fatica a circolare. Quante volte, passeggiando per casa, si notano quelle macchie scure che non solo deturpano le pareti ma – badate bene – peggiorano anche l’aria che si respira. Il problema spesso scivola via, senza capire che l’umidità relativa nell’aria è il vero protagonista dietro la crescita di muffe e funghi. C’è un modo semplice e naturale per tenerla a bada: alcune piante, sì, ma non tutte, possono aiutare a mantenere l’umidità degli ambienti sotto controllo, senza troppi sforzi e senza prodotti aggressivi.
Come l’edera diventa un alleato contro l’umidità e la muffa
L’edera comune spesso si vede arrampicarsi sulle facciate di vecchi palazzi, e non è un caso. Questa pianta ha un piccolo segreto: assorbe l’umidità che le sta intorno, specialmente se l’aria è troppo umida. Le sue foglie, spesse e un po’ coriacee, raccolgono il vapore acqueo e lo usano per vivere. A differenza di molte altre piante che – diciamo – soffrono proprio per troppo umido alle radici, l’edera si trova bene e anzi può farsi “eroina” contro l’alta umidità dentro casa. Nei centri urbani, dalle parti di Milano o Roma, si nota bene come bagni e cucine siano i più colpiti da questi problemi.

Provare a mettere una pianta di edera vicino a una fonte di condensa – tipo accanto alla doccia – non è un’idea da scartare: i risultati si vedono presto. Gocce che scendono meno, pareti che si asciugano, insomma un ambiente meno umido. Il bello sta nel fatto che qui non si usa corrente né prodotti chimici: un rimedio economico e piuttosto eco-friendly, che non guasta mai in casa.
Un altro aspetto positivo? L’edera tollera bene la poca luce, cosa non scontata negli appartamenti, specie quelli in città grandi dove il sole diretto è una rarità. Anche se la stanza è un po’ buia, la pianta lavora lo stesso e “ruba” umidità all’aria, rivelandosi così molto versatile rispetto ad altre piante da interni.
I benefici aggiuntivi dell’edera per la qualità dell’aria in casa
Non solo: l’edera aiuta anche a purificare l’aria che respiriamo dentro casa. Filtra sostanze inquinanti e spore di muffa – quei nemici invisibili, ma fastidiosi – che fanno compagnia all’umidità. Le ricerche scientifiche lo dicono chiaro: l’edera riduce la presenza di composti organici volatili (VOC) e particolato fine, due fattori che peggiorano il comfort nelle case, specialmente dove l’umidità fa da padrona per lunghi periodi.
Per prendersene cura non servono chissà quali abilità botaniche. Ama una luce indiretta e non troppo intensa, il che si trova facilmente in case con finestre a nord o in posizioni poco esposte al sole. Il terreno va lasciato asciugare tra un’annaffiatura e l’altra, perché l’acqua stagnante può portare a marciumi, niente di nuovo per chi coltiva piante. Basta sentire con le dita il terriccio, a pochi centimetri sotto la superficie, per capire se è il momento di bagnare.
Durante l’anno, l’irrigazione cambia un po’: d’inverno una volta a settimana, d’estate anche due. Nebulizzare le foglie ogni tanto è un gesto che mantiene la pianta in salute e aiuta a tenere basso il tasso di umidità, utile soprattutto per chi vive in città grandi. Sembrano piccoli gesti, ma combinati fanno una bella differenza, specialmente in quegli appartamenti dove c’è davvero bisogno.
Insomma, l’edera non è solo un ornamento e basta. È una soluzione naturale – e concreta – per provare a risolvere, o almeno alleviare, i problemi di umidità e muffa, vecchie conoscenze di tante case italiane.
