Novità IMU 2026: residenti all’estero potranno accedere a esenzioni e precise condizioni fiscali

Novità IMU 2026: residenti all’estero potranno accedere a esenzioni e precise condizioni fiscali

Franco Vallesi

Dicembre 28, 2025

Trasferirsi all’estero non vuol dire sempre rinunciare a ogni legame con le case possedute in Italia. Anzi, tanti italiani mantengono una proprietà immobiliare qui da noi, e da gennaio 2026 la tassazione cambierà parecchio. L’IMU subirà variazioni importanti soprattutto per una categoria ben precisa: chi ha vissuto in Italia almeno cinque anni prima di andarsene all’estero in modo definitivo.

Basta con regole troppo soggettive, si cerca un sistema più equo, legato al valore reale degli immobili. L’obiettivo è sostenere chi – davvero – resta in qualche modo ancorato al proprio paese o città d’origine, offrendo agevolazioni mirate e differenziate. Insomma, niente vantaggi generici: chi ha una casetta di dimensioni contenute, soprattutto in piccoli centri, dovrebbe ricevere una mano concreta.

Chi vive in comuni con meno di 5.000 abitanti sa bene che le difficoltà non mancano. Sul piano fiscale, le nuove norme puntano a rallentare lo spopolamento con sgravi mirati. Si cerca così di dare respiro a chi abita in zone più isolate o rurali, valorizzando il possesso immobiliare e la permanenza, anche solo simbolica, in quei paesi spesso dimenticati dalle dinamiche economiche nazionali.

Le nuove regole dell’Imu per le case degli italiani all’estero

L’anno prossimo, per chi ha casa in Italia ma vive fuori i confini nazionali, l’IMU si calcolerà soprattutto sulla rendita catastale dell’immobile. Chi possiede abitazioni dal valore fino a 200 euro sarà totalmente esentato, una scelta pensata proprio per proteggere le case più modeste, spesso quelle in piccoli borghi o legate alla casa di famiglia.

Novità IMU 2026: residenti all’estero potranno accedere a esenzioni e precise condizioni fiscali
Modellino di casa e chiavi su un documento, simboli di proprietà e nuove condizioni fiscali per gli immobili. – databaseimmobiliareitaliano.it

Per chi ha immobili con rendita tra 201 e 300 euro c’è una riduzione del 60% sulle tasse, quindi si paga il 40%. La fascia che va da 301 a 500 euro gode di uno sconto del 33%. Chi supera i 500 euro invece deve rimanere alle regole standard, senza agevolazioni. Il criterio della rendita vale più di tutti i precedenti, guarda al dato oggettivo e non a situazioni personali.

Insomma, lasciare da parte norme legate allo stato di pensionato o all’iscrizione all’AIRE per una base più “fiscale” può rendere il sistema più giusto. Il valore catastale diventa dunque il parametro chiave per una tassazione più concreta e trasparente. Gli addetti ai lavori dicono che servirà attenzione ai casi specifici, ma il risultato potrebbe davvero essere una semplificazione, anche se – diciamolo – serve tempo per adattarsi.

Requisiti per accedere alle agevolazioni: cosa cambia davvero

C’è da dire subito che non chiunque con casa in Italia e residenza all’estero avrà diritto allo sconto. Per esserci bisogna che l’immobile stia nel comune dove si abitava prima di partire, e che questo non superi i 5.000 abitanti. Il senso è chiaro: dare ossigeno ai piccoli centri a rischio spopolamento, quelli che spesso non entrano nei grandi circuiti economici nazionali.

Altra cosa: la casa deve restare ad uso abitativo e non può essere né affittata né data in comodato d’uso a terzi. Più di una proprietà a testa? Non se ne parla, solo un’unità immobiliare può godere di questo trattamento agevolato. Si vuole sottolineare qui un legame affettivo o simbolico, non certo un investimento speculativo.

Ora viene tolto il vincolo di essere pensionati iscritti all’AIRE, un cambio importante. La nuova norma guarda soprattutto alla realtà concreta delle case e ai dati del territorio, più che alle condizioni personali dei proprietari. Di conseguenza, si allarga la cerchia di chi può avere beneficio, ma attendiamoci anche controlli più rigorosi su come vengono gestite le dichiarazioni e il pagamento.

Il punto, insomma, è trovare un bilanciamento: difendere il patrimonio immobiliare dei piccoli comuni senza però allontanarsi dalla realtà economica e dal valore vero delle case. Per gli italiani residenti all’estero ma con un legame affettivo nei paesi di origine, la strada diventa più chiara e – si spera – più giusta. Speriamo che tutto questo possa davvero aiutare a fermare, o almeno rallentare, l’abbandono progressivo di tante località.

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